La tampografia per stampare su ogni tipo di superficie
Come si fa a stampare sui telefonini, sulle matite o sulle montature per gli occhiali? Il metodo migliore è la tampografia per stampare. E’ una tecnica utilizzata soprattutto per stampare su superfici concave, convesse o comunque non piane.
La tecnica
La tampografia è anche detta stampa a tampone, proprio perché usa un tampone per trasferire una pellicola di inchiostro indelebile da una piastra incisa in acciaio o in fotopolimero sulla superficie prodotto. Di solito il tampone è fatto in silicone, una materiale molto morbido e adattabile ad ogni tipo di superficie.
I cinque passaggi della stampa
Possiamo dividere il processo di stampa in 5 fasi:
- Sul cliché viene incisa un’immagine e poi questi viene montato sulla macchina tampografica.
- La superficie del cliché viene inchiostrata e ripulita.
- Si preme il tampone contro il cliché, in questo modo si “carica” di inchiostro.
- Si mette il tampone sul prodotto da stampare e premuto su di esso.
- Ultima operazione: si rimuove il tampone dopo aver rilasciato l’inchiostro.
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Le origini e l’evoluzione
Possiamo distinguere una serie di fasi nell’evoluzione della tampografia per stampare:
– Gli orologiai svizzeri. L’invenzione della tampografia si fa risalire all’800 ad opera di alcuni orologiai svizzeri a cui serviva un modo per stampare in modo preciso sui quadranti degli orologi. Per trasferire l’immagine si usava una materiale gelatinoso e non la gomma, inoltre i primi clichè erano in rame e incisi a mano.
– Il tedesco Wilfried Philipp e la Tampoprint. Fu il giovane tedesco Wilfried Philipp a realizzare il primo prototipo ufficiale di una macchina tampografica moderna nel 1965: lo usò per i quadranti degli orologi. In seguito proprio Philipp, e la sua azienda Tampoprint, introdussero i primi tamponi in silicone vulcanizzato a freddo e gli inchiostri a solvente. Con questo sistema si poteva stampare in modo più veloce e anche multicolore. Tra i primi prodotti per cui si usò la tampografia su plastica ci furono gli occhi delle bambole cinesi.
– I brevetti tedeschi. Ad inizio degli anni ‘70 le prime macchine da stampa tampografica elettromeccanica arrivarono nelle fiere di Hannover e Dusseldorf. Ancora una volta tra i primi ad usarle furono gli orologiai svizzeri che acquistarono 100 macchinari.
– L’automazione. Negli anni ‘90 l’automazione rivoluzionò la tampografia, rendendo possibile stampare in modo veloce ed economico su sfere, siringhe e altri prodotti in plastica.
– Il Laser. Dal 1995 in poi l’incisione Laser iniziò a sostituire quella chimica. In questo modo la tampografia digitale migliora la qualità e diminuisce i costi, diventando uno dei metodi di stampa più usati.
I vantaggi della tampografia per stampare
Rispetto alla serigrafia, l’altro sistema di stampa più diffuso, la tampografia ha il vantaggio di poter stampare con una definizione superiore, in particolare per le scritte o le immagini molto piccole. Inoltre al contrario della serigrafia la tampografia automatica rende possibile stampare anche “bagnato su bagnato”, in questo modo non bisogna aspettare l’asciugatura e quindi si possono usare più colori. Grazie a queste caratteristiche oltre che per la stampa la tampografia si può usare per depositare materiali funzionali come inchiostri conduttivi, adesivi e lubrificanti.
La tampografia per stampare
Come detto le sue caratteristiche di adattabilità rendono ideale la tampografia per stampare soprattutto prodotti rigidi o semirigidi di piccole dimensioni. Tra i vari esempi di articoli che vengono stampati con la tampografia ci sono le borracce in alluminio, i frontali degli elettrodomestici, i bicchieri, i monitor, gli scarponi da sci e i flaconi per la cosmetica.