Biancaneve e i sette nani: è la fiaba più famosa, ma siamo sicuri di conoscerla bene?
Quali sono i nomi dei sette nani? Siamo sicuri di sapere tutti i loro nomi? E se i nomi dei sette nani in italiano fossero diversi dai nomi inglesi? E, ancora, se ci fossero dei significati nascosti?
Conoscere una fiaba non vuol dire conoscere anche la sua storia: è questa, forse, la prima risposta da dare a chi si interroga su “Biancaneve e i sette nani”. Di certo, è la vicenda per bambini più famosa e raccontata di sempre ma non per questa ragione è anche la più cristallina. I nomi dei sette nani sono una bella gatta da pelare, a volte, anzitutto perché non è semplice ricordarli tutti. E poi, soprattutto, per le loro caratteristiche: com’è noto, infatti, ogni nome del singolo nano evoca un carattere dominante, che spicca sugli altri. Un lato manifesto della sua personalità.
I fratelli Grimm e la loro impresa letteraria “europea”
Ma andiamo con ordine. Anzitutto, l’autore. Anzi, gli autori. A firmare la fiaba furono i celeberrimi fratelli Jacob Ludwig e Whilelm Karl Grimm, meglio noti semplicemente come “i fratelli Grimm”, nati e vissuti a cavallo di due secoli: ‘700 e ‘800. Oltre a Biancaneve e i sette nani con i nomi, a loro si devono anche altre fiabe di straordinario successo, raccolte dalla tradizione popolare germanica e rielaborate di proprio pugno: l’odiata e amata Cenerentola, ma anche Hansel e Gretel, Il Principe Ranocchio e l’altrettanto famosissima Cappuccetto rosso. In realtà, più che al patrimonio germanico, queste e altre fiabe appartengono al patrimonio europeo. Lo conferma il fatto che il primo a parlare di Cenerentola o, ad esempio, della “Bella addormentata nel bosco” fu, circa un secolo prima dei Grimm, il napoletano (di Giugliano) Giambattista Basile nel suo famoso “Lo cunto de li cunti”.
Dai Grimm agli inglesi, fino a Walt Disney
Ma se ai fratelli Grimm va il grande merito di averle raccolte in modo unitario, ai traduttori inglesi, nelle varie edizioni che si sono succedute nel tempo, va il merito di averle rese fruibili per un pubblico più giovane. Tanto i nani di Biancaneve, quanto le ambientazioni di altre fiabe dei Grimm, infatti, conservavano all’inizio quelle “sfumature” gotiche e un po’ cupe tipiche del contesto germanico. I due autori, infatti, si erano preoccupati soltanto di epurare da quelle vecchie storie popolari alcuni riferimenti sessuali, peraltro tipici del folclore contadino europeo. Ma a rendere i testi adatti a un pubblico di bambini, con ambientazioni “incantate” e colorate, sono stati i traduttori e curatori delle edizioni inglesi. E non è un caso che la trasposizione animata dei Sette nani di Walt Disney, famosissima nel mondo, prenda spunto proprio dalle ultime versioni anglosassoni.
I nomi dei sette nani, veri o “presunti”
E qui veniamo ai nomi dei nani di Biancaneve: una comprova di quanto detto in precedenza, che testimonia quanto sia stata fondamentale la versione inglese nella diffusione della fiaba in Occidente. Ecco come si chiamano i sette nani:
- Mammolo: il nano affettuoso
- Brontolo: in nano brontolone
- Eolo: il nano che starnutisce sempre
- Pisolo: il nano che ama dormire e appisolarsi
- Dotto: il nano saggio
- Gongolo: il nano che è sempre di buonumore
- Cucciolo: il nano combina guai
Questa, però, è la versione tradotta in italiano che presenta sfumature di significato differenti rispetto ai nomi “originali” inglesi. Se prendiamo il nano Eolo, ad esempio, vedremo che non ha grandi affinità con l’originale Sneezy che, in inglese, significa “starnuto”. Nella fiaba di Biancaneve poi, questo è confermato dal fatto che è il nano che starnutisce in continuazione. Una simile discrepanza si può trovare con il nano Cucciolo che, in inglese, è in realtà Dopey: se il primo fa riferimento al suo essere vivace e irrequieto, il secondo significa “addormentato”. Stesso discorso per il nano Mammolo che, come da nome, sembra considerare Biancaneve una sorta di mamma, nonostante la sua traduzione inglese sia Bashful, ossia “timido”, “schivo”.
Dal nano Dotto al nano Brontolo: caratteristiche comuni
Che cosa dire dei nani Dotto, Gongolo, Pisolo e Brontolo? Be’, qui c’è sicuramente maggiore corrispondenza, a cominciare da Dotto, che in inglese è Doc, il saggio per antonomasia, colui che sa tutto e che trova sempre la soluzione giusta, proprio come un “doctor”. Stesso dicasi per il nano Pisolo, ossia Sleepy, l’assonnato, tanto che nelle immagini dei sette nani viene spesso rappresentato in compagnia di una mosca che, di notte, si assopisce con lui. Quanto a Brontolo e Gongolo, infine, non ci sono dubbi: l’uno è Grumpy, che significa scorbutico (oppure, più in linea col personaggio: brontolone), l’altro è Happy, ossia “felicità”, e non a caso è il nanetto che infonde serenità e allegria al gruppo: quello dei sette nani sempre felice.
Nomi sette nani: moda e tendenza
Chi l’ha detto che i sette nani sono amati solo dei bambini? Una delle mode del momento è indossare magliette personalizzate con disegni dei cartoni animati, come ad esempio le magliette con i nomi dei sette nani. E se li riproducessi invece sulle tazze personalizzate? Sarebbe un regalo davvero unico.
Tornando all’abbigliamento, va bene per il casual ma allo stesso tempo per quello sportivo. Da indossare durante feste a tema o semplicemente per fare una passeggiata. Utilizzare delle magliette divertenti con scritte e frasi simpatiche è davvero di tendenza, soprattutto tra i giovani che adorano comunicare dei messaggi simpatici attraverso l’abbigliamento. Ma come vengono realizzate queste illustrazioni?
Molti fumettisti, grafici o illustratori utilizzano il social Behance per realizzare progetti grafici e condividerli in rete, in questo modo altre persone potranno visualizzare il progetto e lasciare un like. Tramite Behance è possibile mostrare alle persone il mondo della creatività.