La storia dei loghi famosi
Se ci guardiamo intorno scopriamo che le nostre case, le nostre città e le nostre bacheche social sono disseminate di loghi. Che si tratti di un’azienda, una squadra di calcio o un’associazione il logo è ormai il simbolo di un’organizzazione: in una sola immagine ci sono la sua identità e la sua storia. Alcuni loghi sono addirittura andati oltre l’azienda a cui appartengono e ora compaiono su gadget personalizzati. Proviamo a vedere insieme la storia di alcuni tra i loghi più famosi.
Coca Cola
Tra i loghi famosi, si tratta probabilmente del più noto in assoluto, specie tra quelli storici. Fu ideato nel 1887 da Frank M. Robinson, che di mestiere faceva il contabile di John S. Pemberton, l’inventore della bibita gassata. Si tratta di un logo molto semplice che consiste nel nome dell’azienda scritto con un font molto diffuso in quel periodo, lo “Spencerian Script”. Ma come spesso accade alla cose semplici il logo riuscì a rimanere impresso di altri più complessi e probabilmente contribuì allo straordinario successo della Coca Cola. Come altri loghi nel tempo si è evoluto, in particolare con l’utilizzo del colore rosso prima come sfondo e poi per la scritta, e con l’inserimento dell’onda chiamata Dynamic Ribbon. Ma la sostanza resta quella ideata ad Atlanta 135 anni fa.
McDonald’s
Il logo della McDonald’s non è nato con l’azienda, il cui primo ristorante venne aperto nel 1940. Quello che ha reso famosa la catena di ristoranti venne ideato nel 1961 dal direttore creativo Jim Schindler ed è rappresentato dai Golden Arches che formano una M. Il colore usato è il giallo che infonde buonumore e lo troviamo ancora oggi nei ristoranti della catena diffusi in tutto il mondo. In seguito il logo è stato via via semplificato, attualmente c’è solo la M composta dai due archi, senza colori di sfondo e senza altre scritte. Si tratta di un logo così famoso che non c’è bisogno di altro per riconoscerlo.
Nike
Il logo della Nike fu ideato nel 1971 da Carolyn Davidson per la linea di scarpe da calcio della Blue Ribbon Sport di Phil Knight. Il logo è formato dallo Swoosh, il baffo, e dalla scritta Nike. Nike era la Dea greca della vittoria, solitamente raffigurata come una donna con le ali. L’ispirazione per il baffo arriva proprio dalle alle della Nike di Samotracia, famosa scultura che attualmente si trova al Louvre.
Il logo ebbe così tanto successo che in seguito l’azienda cambiò nome proprio in Nike. Anche in questo caso negli anni ci sono state delle piccole modifiche e la scritta è stata eliminata.
Adidas
L’Adidas nacque nel 1947 quando i fratelli Dassler decisero di dividere la loro azienda di scarpe, fondata nel 1920. Adidas deriva proprio Adolf Dassler, prime lettere del nome e del cognome del fondatore. All’inizio le strisce che compongono i famoso logo erano due, poi Adolf decise di aggiungerne una terza facendo nascere un marchio tra i più noti a livello mondiale. In occasione delle Olimpiadi del 1972 venne aggiunto anche il trifoglio e le tre linee vennero rappresentate in negativo. Altra modifica importante avvenne nel 1997 quando le tre strisce vennero disposte in obliquo, in modo da simboleggiare la montagna, o comunque l’obiettivo da raggiungere.
Apple
A chiudere i loghi famosi c’è la Apple. Nacque nel 1976 da un’idea di Steve Wozniak, Steve Jobs e Ron Wayne. Fu proprio Wayne a disegnare il primo logo in cui era rappresentato il fisico Isaac Newton seduto sotto un melo, con la storica scena della mela che cadendo gli avrebbe ispirato la legge di gravitazione universale. Sotto il disegno c’era la scritta “Apple computer e co”.
Nel 1977 si decise di cercare un logo più facile da rappresentare e così il grafico Rob Janoff pensò di mantenere la mela ma aggiungersi un morso.
Sul perché della scelta della mela morsicata si diffusero molte teoria: si andava dal richiamo ad Eva, all’omaggio alla casa discografica dei Beatles o al frutto preferito di Jobs che da giovane aveva lavorato nei frutteti dell’Oregon. In seguito Janoff rivelò che la scelta del morso era stata fatta semplicemente per evitare che la mela potesse essere confusa con una ciliegia. Negli anni successivi vennero aggiunti i colori e in seguito alla mela venne rappresentata con un effetto vetroso, fino ad arrivare al logo minimal di oggi, bidimensionale e nero su sfondo grigio.