cianotipia

La cianotipia: un’antica arte fotografica

Il cielo è sempre più blu. . . ma forse è “blu di Prussia“. La cianotipia ha permesso di creare questa particolare tonalità di blu, è un’antica tecnica fotografica apprezzata non solo per la sua semplicità ma per la bellezza dei risultati che permette di ottenere. E’ un processo di stampa fotografica che si distingue per le sue caratteristiche tonalità blu, introdotta nel XIX secolo, questa tecnica è ancora oggi apprezzata e ha ispirato anche il grande impressionista Claude Monet e influenzato Pablo Picasso nella sua evoluzione del “cubismo“.

Origini e storia della cianotipia

Si deve al fisico e chimico inglese, sir John Herschel, nel 1842, l’invenzione della cianotipia. Sebbene concepita inizialmente per riprodurre documenti tecnici e disegni (da cui il termine “blueprint” utilizzato in architettura e ingegneria), divenne popolare anche tra gli artisti e i fotografi. Una delle prime e più celebri utilizzatrici del cianotipo, come procedimento fotografico, fu la botanica Anna Atkins, che impiegò questo processo per documentare piante ed alghe, immagini straordinariamente dettagliate.

Il processo tecnico

La cianotipia è un metodo di stampa che utilizza una soluzione fotosensibile composta da due sali di ferro: citrato ferrico ammoniacale e ferrocianuro di potassio. Il procedimento può essere suddiviso in tre fasi principali:

  1. Preparazione della carta: il supporto (carta, tessuto o altro materiale assorbente) viene rivestito con una miscela di soluzione fotosensibile e lasciato asciugare in un ambiente buio.
  2. Esposizione alla luce UV: l’oggetto da riprodurre (una fotografia in negativo, una foglia o un altro elemento semi-trasparente) viene posizionato sopra la carta trattata ed esposto alla luce solare o a una lampada UV. Le aree non coperte dalla luce reagiscono e si trasformano in una tonalità blu.
  3. Sviluppo e fissaggio: dopo l’esposizione, il materiale viene lavato in acqua per rimuovere i residui chimici non esposti, rivelando l’immagine definitiva.

Applicazioni della cianotipia

Inizialmente utilizzata per riprodurre documenti tecnici, oggi la cianotipia è impiegata in diversi ambiti artistici ed educativi:

  • Arte e fotografia: la cianotipia è molto popolare tra gli artisti e i fotografi per la sua estetica unica e il processo creativo accessibile. È possibile sperimentare con diversi materiali e tecniche come la sovrapposizione di oggetti o l’uso di negativi digitali, stampati su acetato.
  • Design tessile: questa tecnica viene spesso utilizzata per decorare tessuti creando stampe uniche su cotone, lino e seta.
  • Educazione e laboratori didattici: essendo un processo semplice e sicuro (i chimici utilizzati non sono tossici), la cianotipia è spesso inclusa nei programmi educativi per insegnare i principi della fotografia e della chimica della luce.
  • Conservazione e archivistica: alcuni artisti e ricercatori usano ancora la cianotipia per documentare piante e oggetti naturali, seguendo le orme di Anna Atkins.

Dalle luci alle immagini, il processo di cianotipia affascina per la capacità di essere sempre diverso, mai banale. L’esposizione dell’oggetto che abbiamo scelto, in passato avveniva al sole, oggi è possibile ottenerla utilizzando lampade UV, con diversi vantaggi. La fonte di luce è costante, sempre accessibile e soprattutto controllabile. La cianotipia ci rende creativi e permette di utilizzare diversi supporti: carta, legno, stoffa, pietra. Ogni stampa creata con la cianotipia è unica, la sua imprevedibilità tra tono e texture, rende ogni opera irripetibile. Inoltre è una tecnica sostenibile poiché utilizza chimici poco inquinanti e può essere realizzata con materiali riciclati o di recupero.

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